domingo, marzo 04, 2007

La extensión imaginaria

El pasado sábado ha inaugurado una muestra de Jorge Eielson titulada La extensión imaginaria, en la galería Il Chiostro de Saronno -que conserva una de las más importantes colecciones de obra del artista. La expsición coincide con la conmemoración del año de su fallecimiento. Hago copia de la información distribuida en algunos medios sobre el evento.


Comunicato della mostra : Jorge Eielson - L’estensione immaginaria


Il Chiostro arte contemporanea inaugura sabato 3 marzo una mostra personale dedicata a Jorge Eielson (Lima, 1924- Milano 2006). Saranno esposte nella galleria una trentina di opere storiche degli anni Cinquanta e Sessanta, insieme a una scelta di tensioni plastiche degli anni Novanta.

Nella sede della Illva saranno collocati alcuni lavori di grande dimensione che si inseriscono nella grande hall della nuova azienda.

A un anno dalla morte di Eielson la mostra diviene un omaggio alla natura poliedrica dell’artista che si muoveva nei territori di pittura, scultura e azione, scrittura, teatro e musica, tessendo il filo di una poetica multiforme. Si inseriscono infatti nella programmazione degli incontri correlati alla mostra gli appuntamenti di lettura della poesia dell’autore, oltre al tradizionale laboratorio dedicato ai bambini che la galleria organizza.

Celebre nel mondo delle arti visive per l’invenzione del “Nodo-Quipus”, Eielson trova in esso il collegamento ideale tra la cultura dei popoli precolombiani e la propria vicenda artistica, facendolo diventare dagli anni Sessanta un nucleo semantico ed estetico con svariati significati personali e storici.

L’itinerario si è manifestato con l’esplorazione infinita del paesaggio nativo, la costa del Pacifico, in una pittura-materia impastata di cementi e di sabbie (Paesaggio infinito della costa del Perù, 1958). Poi, in una adesione all’esistenza dell’uomo si è espressa nella manipolazione di oggetti quotidiani riportati sulla superficie della tela: capi di vestiario, giacche, camicie, cravatte, jeans, abiti da sera (Abito da sera 1962, Agonia, 1963) che alla fine sono stati annodati. Il suo interesse per la simbologia e per la funzione sociale del vestiario è presente anche nel romanzo El cuerpo de Giulia-no, 1971 e nel poema Noche oscura del Cuerpo, oltre che nelle varie performance e installazioni realizzate per le principali mostre internazionali, dalla Biennali di Venezia (1964-1966-1972-1988) a Documenta di Kassel, dal grande Quipus delle Nazioni per le Olimpiadi di Monaco del 1972 alla performance Paracas-Pyramid per la Kunstakademie di Dusseldorf (1974).

Il nodo in quanto tale si riscontra in ogni stadio di civiltà. Eielson non pretese di elaborare nessun linguaggio ma trovò nell’antico segno quechua un fondamento artistico e antropologico da cui far partire la propria estensione immaginaria. Il nodo è il momento di incontro fra i suoi vari codici espressivi e fra le sue origini e culture (nazca, svedese, spagnola, italiana), è la perfetta sintesi culturale, simbolica e magica di tutta la sua opera ed era inteso come un fulcro di serenità, di solidarietà e di pace in questo nostro tormentato pianeta.

La pubblicazione monografica prodotta da Illva per l’arte mette in luce la complessità dell’operare di Eielson e raccoglie 170 riproduzioni di opere storiche e recenti, insieme a testi di varia natura. Tra essi vi sono gli apporti critici di Luca Massimo Barbero e Alberto Boatto, uno scritto dell’artista e lo studio sul “nodo” condotto in campo artistico, matematico e filosofico da Lorraine Verner (Università del Québec) e Luciano Boi (Università di Parigi).

Inaugurazione sabato 3 marzo 2007 ore 18

3 marzo – 28 aprile 2007

Ingresso libero

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